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Descrizione
L'archivio storico del Comune di Refrancore è costituito da 745 faldoni, pari a uno svolgimento lineare di circa 75 metri, copre un arco temporale dal 1725 al 1960 e comprende i seguenti archivi aggregati, per una consistenza totale di 783 faldoni e 79 metri:
- Congregazione di Carità, 4 faldoni dal 1870 al 1937
- Ente Comunale di Assistenza, 13 faldoni dal 1938 al 1977
- Società filarmonica di Refrancore, 1 faldone dal 1857 al 1883
- Consorzio grandinifugo di Refrancore, 2 faldoni dal 1900 al 1910
- Ufficio di conciliazione, 14 faldoni dal 1866 al 1997
- Patronato scolastico, 2 faldoni dal 1915 al 1978
- Ufficio di collocamento, 2 faldoni dal 1954 al 1956
La struttura dell'archivio risulta suddivisa in quattro sezioni:
Sezione I (dalle origini al 1897)
Per le carte dalle origini al 1897 si è ricostruito il riordinamento desunto dalla segnatura archivistica posta su alcuni volumi, in osservanza delle istruzioni ministeriali 1 aprile 1838, che prevedeva tre serie cronologiche:
Serie I Antichi Regimi fino all'invasione dei Francesi (1734-1799)
Serie II Dall'Invasione dei Francesi al ritorno de Regi Principi (1800-1814)
Serie III Dal Ritorno dei Regi Principi alle istruzioni Carolofeliciane (1815-1838), estesa fino al 1897.
Sezione II (dal 1898 al 1960 - Serie tipologiche)
Comprende la documentazione omogenea in relazione sia alla natura che alla forma e prodotta con continuità dagli uffici comunali. L'organizzazione è in sette serie, che comprendono i registri protocollo, le deliberazioni, i registri contabili (bilanci, conti, mastri), i mandati di pagamento e i registri scolastici.
Sezione III (dal 1898 al 1960 - Carteggio e pratiche delle XV categorie)
Le pratiche sono state riordinate secondo le XV categorie e relative classi, come previsto dalla circolare del Ministero dell'Interno 1 marzo 1897, n. 17100-2 . Nel corso del tempo il titolario non è stato applicato con continuità dagli uffici comunali, così come si rileva dalla presenza discontinua della classificazione archivistica riportata sui fascicoli.
Sezione IV
La sezione è dedicata agli archivi aggregati.
Breve storia dell'archivio
Il primo atto che documenta un intervento sull'archivio comunale risale alla Deliberazione del Consiglio comunale del 30 novembre 1913 , con la quale venne affidato al Segretario comunale Giuseppe Grandi il lavoro di riordino, a fronte di uno stanziamento sul bilancio 1914 di Lire 800. Il Sindaco Giuseppe Maggiora, deprecando il "deplorevole abbandono e disordine in cui giace il nostro archivio", definì un "dovere imprescindibile e sommo interesse d'ogni saggia e oculata Amministrazione conservare in buon ordine le carte da cui dipende tante volte la difesa dei diritti comunali".
Il riordino si concluse nel 1921 ed è lo stesso Segretario Grandi, nella sua Relazione sul riordinamento dell'archivio del 30 ottobre, a fornire ulteriori notizie sullo stato precedente delle carte. Grandi cita la relazione del Commissario prefettizio Cav. Sillano del 29 giugno 1905, che definì l'archivio "un ammasso di carte distribuito alla rinfusa" che rendeva "impossibile eseguire alcuna ricerca", e informa che già nel Verbale consigliare del 10 settembre 1905 si accennava alla spesa di Lire 800 per il riordino, e che nella nomina del suo predecessore, Tomaso Valentino, a Segretario comunale "si poneva come condizione il compimento di tale lavoro, e l'inadempienza fu causa principale che motivò il suo licenziamento ". Infine, riguardo alla consistenza dell'archivio, già il Grandi nel 1921 afferma :-" Non so per quali deplorevoli motivi, il nostro Comune non possiede alcun documento storico: certo molti andarono smarriti nei diversi traslochi delle sedi comunali, e molti forse passarono agli archivi di stato,salvo pertanto pochi verbali Consigliari, nessun atto del nostro archivio risale ad oltre 100 anni -".
Grandi seguì "in linea generale" le istruzioni della Circolare del Ministero dell'Interno 1 marzo 1897, n. 17100-2, adeguandole "ai modesti limiti imposti dalle esigenze locali". Il Segretario operò una suddivisione delle carte in dieci raggruppamenti, chiamati categorie e corrispondenti solo in parte alle 15 categorie previste dalla Circolare, che sistemò nei due armadi a disposizione del Comune, ma non ne fece un'inventariazione analitica; per ogni categoria compilò una descrizione sommaria all'interno della Relazione sull'ordinamento, tuttavia non redasse un inventario descrittivo dei singoli pezzi né li contrassegnò con segnature appropriate alla loro identificazione in riscontro con la descrizione.
Successivamente con Verbale del Commissario prefettizio del 23 novembre 1922 fu deliberata la rilegatura dei "volumi di Riviste, Leggi e registri di diversi anni".
A conclusione dell'intervento sull'archivio nel 1924 il Comune cedette alla Croce Rossa Italiana 24 sacchi di documenti superflui, dei quali non risulta nessun elenco; fu inoltre invitato ad esprimere parere sull'opera compiuta da Grandi il Direttore dell'Archivio storico antico del Comune di Asti, Nicola Gabiani, il quale si espresse favorevolmente nella sua relazione del 15 febbraio .
Nel 1935 il Comune cedette nuovamente alla Croce Rossa Italiana documenti d'archivio superflui degli anni 1925-1930, per i quali fu redatto un dettagliato elenco .
A metà degli Anni ‘70, per permettere la ristrutturazione dell'attuale Municipio, gli uffici e l'archivio furono temporaneamente traslocati in diverse sedi; a conclusione dei lavori la parte più recente dei documenti ritornò presso i nuovi locali, mentre una cospicua quantità di materiale rimase presso la ex scuola di Località Platona. La permanenza per oltre vent'anni in questi locali non idonei compromise gravemente lo stato di conservazione delle carte, che si presentavano molto degradate, con una alta percentuale di umidità e soprattutto inquinate dal guano dei colombi.
Grazie all'intervento della Soprintendenza Archivistica e al contributo economico della Regione Piemonte, l'Amministrazione prese provvedimenti con Deliberazione della Giunta municipale n. 104 del 21 dicembre 1999, affidando l'incarico di pulitura e disinfezione del materiale alla ditta specializzata Nita s.n.c. di Torino. Durante il lavoro fu operato uno scarto per danneggiamenti di "alcune centinaia di bollettari delle imposte, carte di identità scadute e sei sacchi di carte singole". Il materiale recuperato, in completo stato di disordine, fu messo in numerosi scatoloni collocati in un magazzino comunale.
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