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Giovanni Battista Bergamasco
Giovanni Battista Bergamasco (1847-1933)
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Descrizione
Giovanni Battista Bergamasco, figlio di Carlo e Delaude Francesca, di famiglia contadina, nasce il 7 agosto 1847 a Migliandolo frazione di Portacomaro.
Il “Foglio di congedo assoluto”, rilasciato dal Regio Esercito Italiano – Distretto militare di Casale il 21 ottobre 1894, è un documento basilare per la ricostruzione della sua vita. Bergamasco Giovanni è alto m. 1,71, ha capelli “castagni” e occhi celesti, naso e viso lunghi. Il grado d’istruzione è basso: sa leggere e scrivere poco (ma, per quei tempi, è già tanton.d.r.). Non ancora diciannovenne, non aspetta la chiamata di leva e si arruola come volontario garibaldino nei Cacciatori delle Alpi il 24 maggio 1866.
Partecipa alla terza guerra d’indipendenza contro gli Austriaci combattendo nell’unica vittoriosa battaglia italiana di Bezzecca nel Trentino (21 luglio 1866).
Il 24 gennaio 1869 viene trasferito al Reggimento “Savoia Cavalleria” e partecipa alla campagna per l’occupazione di Roma nel 1870.
E’ autorizzato a fregiarsi della medaglia istituita con Regio Decreto il 4 marzo 1869 per le guerre combattute per l’indipendenza e unità d’Italia colle fascette della campagna 1866-1870; di un’altra medaglia ai “Benemeriti della liberazione di Roma” 1840-1870 in virtù del Decreto del 29 settembre 1871 da parte della Commissione istituita dalla Giunta provvisoria di Governo di Roma, il 19 agosto 1871 e di un’altra ancora istituita con R. D. il 26 aprile 1883 col motto “ Unità d’Italia 1848-1870”.
Viene trasferito alla “Legione carabinieri Palermo” il 31 dicembre 1871 e poi al Distretto militare di leva il 14 marzo 1877. Il servizio effettivo sotto le armi è di anni 8, mesi 6 e giorni 5. Durante il tempo passato sotto le armi tiene buona condotta e serve con fedeltà ed onore.
Si sposa (presumibilmente alla fine degli anni sessanta, ma non si è trovato il documento comprovante) con Immane Isabella (genitori ignoti) di Asti. Nascono tre figli: Domenica, nata nel 1880 e morta nel 1896 (data desunta dalla lapide della tomba di famiglia); Biagio, nato nel 1883 e Giuseppe nel 1887, sicuramente emigrato da Refrancore. Dal 28 giugno 1879 è alle dipendenze del comune di Refrancore “siccome guardia campestre” (documento del 22 agosto 1911).
Il 27 gennaio 1886 presenta domanda alla giunta comunale per ottenere la nomina di “serviente (messo) comunale” che viene accettata. Dal 4 febbraio 1888 al 18 marzo 1910 copre la carica di usciere del Giudice Conciliatore. Disimpegna le tre “manzioni” inerenti alle cariche stesse con “plauso e soddisfazione dell’intera popolazione”.Dal 1879 è residente a Refrancore in via Cavour n. 20.
Il 5 giugno 1887, la Commissione delegata alla raccolta di firme per le onoranze nazionali ai caduti di Saati e Dogali gli invia da Milano, con stima, l’Attestato di benemerenza.
Si iscrive alla Federazione Nazionale Italiana fra veterani garibaldini (tessera con foto). Partecipa, come socio effettivo, a banchetti fra veterani garibaldini ad Asti e in Piemonte, ma anche a Roma. E’ chiamato a far parte del picchetto d’onore alla tomba di Giuseppe Garibaldi a Caprera. Da Civitavecchia si imbarca per l’isola della Maddalena.
Nel 1925 si iscrive, come quasi la totalità dei dipendenti pubblici, pena il licenziamento, alla Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste – Roma – Federazione provinciale di Alessandria.
E’ invitato dal podestà di Asti a presenziare allo “scoprimento del monumento agli astigiani caduti nella grande Guerra, che ha luogo nella piazza di San Secondo il IV maggio MCMXXX, alle ore 14:30, alla presenza delle Loro Altezze Reali, il principe e la principessa di Piemonte”. Si deve presentare in abito da cerimonia con decorazioni. L’invito è rivolto erroneamente a Bergamaschi (n.d.r.).
Il 26 maggio 1932 Anno-X- riceve una lettera spedita dalla Federazione Nazionale Volontari Garibaldini (presidente onorario S. E. Benito Mussolini) con la quale “è designato a far parte del gruppo di garibaldini, che regolarmente inquadrato, la mattina del 2 giugno, dovrà presenziare all’arrivo della salma di Anita Garibaldi proveniente da Genova…. Si deve presentare con berretto e camicia rossa, senza giacca e con decorazioni”.
Il 5 novembre 1932 Anno-X-, sempre dalla Federazione, riceve una lettera d’invito a presenziare a Torino, dove il 20 dello stesso mese verrà inaugurato il Gagliardetto della sezione torinese. Seguirà “un rancio specialissimo servito da un benemerito al costo di £.10 anziché 15”.
Bergamasco Giovanni Battista, “piegato da inesorabile morbo, nel pieno vigore delle sue energie, l’unico superstite volontario garibaldino della provincia” muore il 9 gennaio 1933, all’età di 85 anni.
Il generale Ezio Garibaldi, presidente della Federazione, l’11 gennaio invia da Roma un telegramma di condoglianze ai congiunti. E’ impossibilitato a partecipare ai funerali e chiede di essere rappresentato.
Al funerale partecipa tutto il paese, “il Municipio, alla cui dipendenza il Bergamasco è rimasto per circa 50 anni quale Messo e Guardia; le Scuole, le Associazioni con labari e gagliardetti. Inviò una rappresentanza il Comune di Asti.
Spiccavano nel corteo le due camicie rosse, eroi delle Argonne, Gastaldi Luigi, segretario della sezione di Torino, Volontari garibaldini, col rispettivo labaro, e il capitano Ferrero Salvatore, Fiduciario regionale in rappresentanza di S. E. Ezio Garibaldi, il quale già aveva inviato le sue personali condoglianze alla famiglia.
Il feretro, avvolto nel tricolore, era portato a spalla dai Combattenti, e seguito dalla corona Pro Milite Italico.
La Banda Municipale, con patetiche “marcie”, rese più commovente la cerimonia.
Al Camposanto parlò il Segretario Comunale dott. G. Grandi, portando il saluto al dipendente fedele e zelante e rievocando a grandi linee l’epopea garibaldina che nel 1918 ebbe il suo fatale compimento. La salma scese nella tomba accompagnata dall’inno garibaldino.”
Il suo corpo giace, insieme alla divisa e alla camicia rossa (foto lapide).
Le medaglie sono state donate alla patria durante il fascismo. Rimane il berretto da garibaldino.
Prof. Antonio Mario Bizzarra
Immagini di Bruno Ghidella
Testo e immagini sono frutto di una ricerca condotta nel 2011 dal prof. Antonio Bizzarra e da Bruno Ghidella su documenti d'archivio e altro materiale in possesso di Giovanna Scarsella, pronipote di Bergamasco. Nel novembre 2011 è stata allestita nei locali della palestra comunale e nella sede della C.R. Asti la mostra "Personaggi ed eventi storici da non dimenticare". La biografia, corredata dei documenti oggetto di studio, è disponibile per il download in formato pdf.
Foto
Galleria di immagini
Giovanni Battista Bergamasco
Storia
Ritratto del garibaldino
Foto con la moglie Immane Isabella
Abitazione in via Cavour n. 20
Banchetto fra veterani garibaldini
Immagine del funerale
Lapide
Documenti allegati
Biografia Bergamasco (11,97 MB)
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