Vai al contenuto della pagina.
Regione Piemonte
Accedi all'area personale
Comune di Refrancore
Seguici su
Cerca
Nascondi la navigazione
Comune di Refrancore
Amministrazione
Novità
Servizi
Vivere Refrancore
Tutti gli argomenti...
Nascondi la navigazione
Nome del Comune
Amministrazione
Novità
Servizi
Vivere Refrancore
Tutti gli argomenti...
Home
/
Vivere Refrancore
/
Il nostro territorio
/
I pittori di Refrancore
/
MASSIMO QUAGLINO (1899-1982)
LA BIOGRAFIA
Condividi
Facebook
X
Linkedin
Whatsapp
Telegram
Vedi azioni
Scarica
Stampa
Invia
Argomenti
Tempo libero
Turismo
Descrizione
Dal 1899 al 1920; il periodo della formazione
Massimo Quaglino nasce a Refrancore il 15 giugno 1899: il piccolo paese, ora in provincia di Asti, si trovava allora nella campagna alessandrina, destinato a rimanervi fino al 1935.
Le notizie riguardanti la famiglia sono poche: il padre Pietro è sellaio e, per un certo periodo di tempo, anche sindaco di Refrancore, la madre Albina Roberto donna di casa; dall'unione nascono quattro figli, due femmine Teresina e Luisa e due maschi Mario e Massimo.
Quaglino trascorre la sua infanzia nel paese natale e nel 1903 si trasferisce a Torino con la famiglia: il trasferimento non spezza il legame con Refrancore, che resterà, per tutto l'arco della vita, fonte di ispirazione per la sua produzione pittorica.
Per quanto riguarda i suoi studi sappiamo che non ha frequentato l'Accademia Albertina, pur essendo ammesso nel 1919, nè altre scuole di pittura.
La preparazione artistica di Quaglino avviene autonomamente ed indipendentemente da istituzioni scolastiche; fin dall'infanzia dimostra, infatti, una grande passione ed un altrettanto grande talento per il disegno, alimentato anche dalla conoscenza dei disegnatori Giuseppe Porcheddu e Valerio Jahier.
Nel 1914 Quaglino pubblica il suo primo disegno sulla rivista Il Fischietto; parallelamente a questa prima collaborazione il giovane artista conosce Golia che lo introdurrà nel mondo del nuovo settimanale umoristico Numero. Lo scoppio della prima guerra mondiale non interrompe l'attività di disegnatore di Massimo che viene mandato al fronte nel luglio del 1917; l'artista non smentisce neppure in guerra la sua capacità di acuto osservatore della realtà e collabora con disegni alla rivista militare La Trincea. Nel 1919 illustra il libro di Piero Operti Sacchetti a terra.
Gli anni Venti
Gli anni Venti rappresentano per Quaglino il periodo dell'affermazione sulla scena artistica torinese. In questo periodo Quaglino, oltre a continuare a lavorare per la rivista Numero e per il Pasquino, inizia a collaborare con Cuor d'Oro, rivista per ragazzi diretta da Francesca e Onorato Castellino. L'intera attività di illustratore, disegnatore e caricaturista sfocia nella partecipazione alla Mostra della Caricatura che si tiene ad Alessandria nei locali di palazzo Zucca. Il 1923 è un anno importante per Quaglino: il pittore esordisce nell'orizzonte delle mostre ufficiali partecipando alla XXV Esposizione della Società Amici dell'Arte; nel 1926 espone, iscritto da Casorati, alla mostra delle Vedute di Torino organizzata dalla Società Antonio Fontanesi.
Nel 1926-27 Quaglino è ad Assisi insieme a Giulio Boetto per preparare un grande diorama celebrante San Francesco. Il risultato di questo lavoro non sono solo le dodici tempere scenografiche, che confermano la duttilità e versatilità di Quaglino, ma anche disegni e oli, alcuni dei quali compaiono nel 1927 nelle sale della XXVIII Esposizione della Società degli Amici dell'Arte e alla I^ Esposizione Sindacale del 1929.
Le mostre indette dalla Società degli Amici dell'Arte e quelle della Società Promotrice di Belle Arti diventano per Quaglino appuntamenti fissi che ne segnano interamente la carriera espositiva (alle mostre della Società Promotrice partecipa, quasi annualmente, dal 1929 al 1978).
Negli anni Venti Quaglino inizia la sua attività di decoratore che lo vedrà impegnato costantemente nell'arco di tutta la vita, affrescando nell'ambito dell'Esposizione per il IV Centenario di Emanuele Filiberto e per il X Anniversario della Vittoria, il padiglione della Caccia e della Pesca.
Il decennio si conclude, nel 1929, con la partecipazione di Quaglino alla Mostra delle ceramiche Lenci alla Galleria Pesaro di Milano.
Non dobbiamo dimenticare che l'artista illustra nel 1924 La strenna di Cosetta e di Cosino di Francesca Castellino e nel 1925 Castagnaccio di Allevato (entrambi editi dalla S.E.I.).
Gli anni Trenta
Se diamo uno sguardo d'insieme a questo decennio ci accorgiamo che l'eclettismo caratteristico dell'artista trova la più completa concretizzazione in impegni che spaziano dal disegno, alla pittura, alla scenografia. Nell'aprile del 1930 viene inaugurata nella Villa Reale di Monza la IV Esposizione Internazionale di Arte Decorativa; la mostra, molto articolata, è costituita da diverse sale, tra cui la n. 71 detta "dei due sergenti" o "anticamera della casa editrice fratelli Buratti di Torino" viene realizzata da Teonesto Deabate con la collaborazione di Quaglino: il progetto della sala e l'arredamento sono attribuibili al primo, mentre le decorazioni e i gruppi parietali sono eseguiti da Deabate insieme a Massimo Quaglino (nei bozzetti originali compare il nome di Da Milano). Restando sempre nel campo della decorazione murale e negli anni Trenta, Quaglino, nel 1930, affresca le stanze di Villa Ponti ad Arona; il 1936 lo vede, invece, impegnato nelle sale di palazzo Ricciardi, sede e circolo del Torino calcio: dei vivaci ed umoristici disegni fatti da Quaglino non restano che delle riproduzioni un pò scure sulle pagine del quotidiano "La Stampa Sera".
Nel 1938 l'artista piemontese decora il dopolavoro di Corso Re Umberto a Torino e, sempre sul finire degli anni Trenta, affresca, con episodi tratti dalla vita di Gesù, l'abside della cappella di Sant'Aniceto a Villar Perosa.
Nel 1930 il pittore partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, evento artistico che lo vedrà presente nel '34, '36, '42, '48.
Di notevole rilevanza è la partecipazione alla biennale del '36, occasione nella quale Quaglino si presenta con un'imponente sala di disegni eseguiti durante il viaggio del 1936 con Ernesto Quadrone tra le coste dell'Africa Occidentale e le Canarie. Le tempere, gli acquerelli e i disegni vengono esposti tra aprile e maggio presso il Salone della Stampa di Torino.
Nel 1932 Quaglino partecipa con Deabate, l'architetto Mosso e gli scultori Pavesi, Terracini e Zucconi alla realizzazione dei Misteri Gaudiosi. La rappresentazione sacra, nata da un'idea di Germano Caselli, giornalista cattolico dedicatosi alla critica d'arte, viene realizzata nel boschetto attiguo il Santuario di Oropa. Gli episodi plastici sono concepiti da Deabate; gli scultori hanno modellato le statue in grandezza superiore al naturale colorandole in modo che s'intonassero con il paesaggio, l'architetto Mosso ha progettato gli elementi architettonici per inquadrare le scene e i pittori Deabate e Quaglino hanno composto i gruppi in modo armonico.
Nel gennaio dell'anno successivo l'artista espone con gli stessi artisti "oropei" in una mostra alla galleria Ronco di Biella.
Nel 1935 collabora con Deabate alla realizzazione del film Don Bosco di Goffredo Alessandrini: i due pittori curano rispettivamente i costumi e la scenografia.
Degli anni Trenta ricordiamo ancora la mostra di Quaglino, Deabate, Da Milano, Elena Falco Marisaldi e Martini alla Galleria Guglielmi di Torino, la Prima mostra di paesisti e scultori piemontesi di Novi Ligure, la Prima Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti di Firenze (1933), la partecipazione, nel 1935, alla Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma. Nel 1937 il pittore partecipa alla mostra Austellung Italianischer Kunst Von 1800 Bis Zur Gegen Wart alla Academie der Kunste di Berlino. Verso la fine degli anni Trenta Quaglino soggiorna in Libia e affresca le pareti di alcuni alberghi di Tripoli, Nalut e Gadames l'abside della cappella Giordani (il soggetto della decorazione è il martirio di San Sebastiano).
I viaggi per questo decennio non sono ancora finiti: dopo l'Africa e le vicende della Genepasca il pittore parte con una comitiva di cinque artisti, accompagnati dal giornalista Quadrone, per un viaggio-crociera sul Po. I pittori, oltre Quaglino, sono Boccalatte, Vellan, Petrella da Bologna e Bertinaria. Alcuni dei lavori nati dalle giornate trascorse sul fiume compaiono tra giugno e luglio sulle pagine de "La Stampa".
Durante questo proficuo decennio l'artista piemontese inizia anche a svolgere lavori grafico-pubblicitari per la casa automobilistica Fiat: questa attività, svolta più avanti anche per la Cinzano, continuerà fino alla fine degli anni Sessanta.
Gli anni Quaranta
Nel 1942 Quaglino viene richiamato alle armi ed impiegato in un corpo speciale, composto da artisti e scrittori, il cui compito è quello di illustrare e raccontare fatti di guerra.
Il pittore piemontese ha il preciso ruolo di seguire le missioni dei Mas e di comporne un racconto visivo, affrontando la naturale difficoltà di conciliare le esigenze dell'arte con quelle diverse della documentazione. Testimonianza di questa attività sono decine di disegni raffiguranti navi da guerra che Quaglino esporrà alla Biennale di Venezia del 1942 e l'anno seguente alla Galleria di Roma in occasione della II^ Mostra d'Arte Marinara. Questo decennio è ricco di appuntamenti espositivi: nel 1942 Quaglino partecipa ad una collettiva alla galleria Garlanda di Biella, nel 1946 espone con Bertinaria, Da Milano, Rosso, Spazzapan e Stroppa al Grifo di Torino e l'autunno dello stesso anno lo vede presente al Premio Pellizza da Volpedo. Sul finire degli anni Quaranta, nel 1949, iniziano i raduni dei 18 pittori di Bardonecchia che continueranno a riproporsi per diversi anni e che vedono la presenza costante ed attiva di Quaglino.
I disegni ed i dipinti eseguiti al cospetto delle montagne vengono esposti in diverse mostre sia in Piemonte sia in altre regioni italiane (aprile '49 galleria dell'Annunciata di Milano; maggio galleria Fogliato; dicembre, galleria Rotta di Genova; ottobre, 105^ Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti).
Su finire del decennio s'intensifica l'attività di decoratore murale di Quaglino: nel 1949 affresca con Stroppa, Rosso, Bertinaria e Da Milano il Teatro Nuovo di Torino (gli affreschi sono attualmente visibili); nello stesso anno decora con Deabate e Valinotti la birreria Dreher), a Padova, Ischia, Cortina, Feltre, Refrancore (Cappella di San Grato) e Murisengo (casa Gerini).
Nel settembre del '49 il pittore partecipa a Cavoretto al Premio Pasini.
Per dare un quadro completo degli anni Quaranta dobbiamo ancora ricordare che Quaglino illustra nel '41 il volume di Bernardi Questo è Piemonte (ed. S.E.I.) e nel biennio 1944-45 La Rosticceria della regina Pedoca di Anatole France, La rivoluzione di Sepino di Maner Lualdi, I racconti di Calicasacca di Nicola Castellano e La Storia di Pipino nato veccio e morto bambino di Gianelli.
Gli anni Cinquanta
Durante gli anni Cinquanta s'infittiscono notevolmente gli appuntamenti espositivi che vedono presente il pittore piemontese: nell'estate del '51 Quaglino partecipa alla VI^ edizione del Premio Burano e nello stesso anno espone nuovamente con i pittori di Bardonecchia a Torino, alla galleria della Gazzetta del Popolo e a Roma all'Associazione Artistica Culturale. Le montagne sembrano essere per l'artista piemontese delle ottime modelle: nell'agosto del '52 viene infatti invitato al "Campeggio nazionale di pittori e giornalisti" a Tarvisio e nel dicembre dello stesso anno espone i lavori eseguiti alla Mostra del paesaggio tarvisiano allestita a Milano al Circolo della Stampa.
Non sono però solo i personaggi montani ad ispirare le sue opere: nel '52 il pittore viene chiamato a dipingere sulla costiera amalfitana; le opere realizzate durante i soggiorni marini vengono esposte negli anni seguenti in diverse gallerie d'Italia.
Nell'ottobre del 1954 Quaglino fa parte del gruppo di sedici pittori torinesi invitati ad Agliè con il compito di ricordare il poeta Gozzano, illustrando passi delle sue liriche. I disegni a colori vengono riprodotti in un'edizione d'arte curata da Caballo ed esposti, nel 1926, in occasione del quarantesimo anniversario della morte del poeta, alla galleria della Gazzetta del Popolo.
Gran parte degli artisti chiamati a dipingere luoghi delle liriche di Gozzano si ritrovano nel 1955, al raduno dei pittori di Morozzo. In questo paese, in provincia di Cuneo, in occasione della Sagra del cappone, Casorati, Paulucci, Deabate, Da Milano, Terzolo, Garino, Valinotti, Quaglino, Rosso e Cremona si ritrovano per dipingere il paesaggio invernale. Procedendo negli anni, sul finire del decennio (1959) una trentina di pittori, tra cui Casorati, Campagnoli, Da Milano, Deabate, Fico, Garino, Martina, Paulucci, Quaglino, Rosso e Valinotti vengono invitati in Valgrisanche per testimoniare con l'arte i lavori di costruzione della diga di Beauregard.
Le opere eseguite dai pittori sono esposte nel mese di novembre all'interno della manifestazione "Piemonte artistico e culturale" e, nel 1961, a Biella nella galleria Colongo.
Durante gli anni Cinquanta Quaglino tiene mostre personali, di disegni ed acquerelli, in diverse regioni d'Italia: nel 1953 espone a Lacco Ameno, nell'isola di Ischia e a Pinerolo alla galleria Rege Santiano, nel 1954 a Saluzzo presso il Circolo Sociale-Palazzo del Gallo e a Roma nella galleria Aureliana.
Gli anni Sessanta
Se diamo uno sguardo d'insieme al periodo degli anni Sessanta constatiamo che gli impegni di Quaglino si muovono in due direzioni diverse e ben definite: da una parte abbiamo la partecipazione a diverse esposizioni in tutta Italia, dall'altra l'intensificarsi dell'attività di illustratore.
Nel decennio in oggetto il pittore lavora con assiduità per la casa editrice Voglongo (copertina per Monsù Pingon, 1960; la Bella Gigogin, 1960; Canzoni Piemontesi di Brofferio, 1965; Tornand di Costa, 1965; Invito al Monferrato di Grigliè, 1965; Invito alle Langhe di Grigliè, 1965; Epidemia d'Amore, 1968; Almanach Piemonteis, 1969; La Bionda Pulaiera di Pietracqua, anni '70) e per la Stampa Sera di Torino (illustrazione del romanzo di Carola Prosperi, Galileo, l'angelo ribelle, 1964).
Per quanto riguarda le esposizioni molte sono, in questo decennio, le personali organizzate ed allestite in diverse parti d'Italia, tra le quali: alla galleria Colongo di Biella (maggio 1960), al Portico di Santa Margherita Ligure (luglio 1960), a Cuneo, alla galleria Rege Santiano di Pinerolo (1963), alla Galeasso di Alba, alla galleria Caldarese di Bologna (1969), ad Arezzo alla Sette di Quadri (1969).
Nel 1961 Quaglino rientra nel gruppo di pitttori scelti da Cravetto per dipingere dal vero l'immagine del Cervino, iniziativa che darà vita al volume Il Cervino e la sua tavolozza e alla Pinacoteca d'Arte del Cervino.
Negli anni Sessanta Quaglino è molto attivo anche nella cittadina di Pinerolo dove, oltre a tenere diverse personali, espone alla Terza Mostra d'Arte Figurativa e alla mostra de I pittori dell'Accademia Albertina di Torino: Calandri, Cherchi, Menzio, Paulucci e Quaglino (1968).
Non dimentichiamo la partecipazione dell'artista alla rassegna di Venti pittori e scultori della vecchia provincia di Alessandria (Alessandria, 1965), al I Concorso Premio Nazionale Marchesato del Monferrato (Casale Monferrato, 1965), al premio Nazionale di pittura ed incisioni "Le Langhe Oggi" 1966).
Il decennio si conclude con la pubblicazione delle litografie per i Promessi Sposi (1969).
Gli anni Settanta
L'attività artistica di Massimo Quaglino non vede nè soste nè rallentamenti negli anni Settanta, anzi l'ultimo decennio è interamente costellato da partecipazioni a manifestazioni e mostre, sia collettive sia personali.
Quaglino espone in diverse occasioni le dodici litografie per il romanzo di Manzoni (II^ Mostra Internazionale della Grafica Firenze aprile '70; Se Renzo tornasse a Milano, Milano marzo '70; I Promessi Sposi nella figurazione dell'Ottocento e moderna, Lecco '73), cui si aggiungono nel 1972 le litografie per l'Orlando Furioso, esposte anch'esse in diverse occasioni (galleria "La Maggiolina" di Alessandria, gennaio '73; galleria "Floriana" di Fossano).
Nel 1977 Quaglino partecipa alla mostra L'Arte e il Mistero Cristiano di Pinerolo, nel '78 a Torino tra le due guerre. Le Arti figurative e nell'81 è presente alla rassegna Materiali: Arte Moderna di Torino.
Nell'aprile - maggio del 1980 la Regione Piemonte organizza nelle sale di palazzo Chiablese una mostra antologica dedicata interamente all'artista.
Massimo Quaglino muore il 7 luglio 1982 a Torino, nella sua abitazione di via Sforzesca.
Foto
Galleria di immagini
Marionette(1943)
Bozzetto per la vita di San Grato(1940)
Orto
Fiori secchi(1955)
Fiori con tappeto rosso(1967)
Fiori con specchio(1972)
Fiori con vasetto blu(1972)
Natura morta e fiori(1970)
Jole Azzurra(1976)
Canterano con la bambola Karina
Madama Serra(1977)
Guardaroba(1980)
Corso Umberto I (1944)
Clarinna addormentata sulla seggiola(1960) e Chichino,Lumumba e Mario alla società
Strada Marleri(1943)
Indietro
Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?
Valuta da 1 a 5 stelle la pagina
Valuta 5 stelle su 5
Valuta 4 stelle su 5
Valuta 3 stelle su 5
Valuta 2 stelle su 5
Valuta 1 stelle su 5
Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!
Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?
1/2
Le indicazioni erano chiare
Le indicazioni erano complete
Capivo sempre che stavo procedendo correttamente
Non ho avuto problemi tecnici
Altro
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?
1/2
A volte le indicazioni non erano chiare
A volte le indicazioni non erano complete
A volte non capivo se stavo procedendo correttamente
Ho avuto problemi tecnici
Altro
Indietro
Avanti
Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Dettaglio
Inserire massimo 200 caratteri
Indietro
Contatta il comune
Leggi le domande frequenti
Richiedi assistenza
Chiama il numero (+39) 0141/67126
Prenota appuntamento
Problemi in città
Segnala disservizio